Tratto da movimentiprog.net
                  Recensito da Donato Zoppo
                  
                  Torna il bassista degli Osanna con un frizzante disco rock.
                  Caro vecchio prog italiano. Più passa il tempo e più 
                  se ne scoprono segreti, personalità, formazioni, luoghi. 
                  E probabilmente questo lungo scavare avrà una fine, come 
                  è finito il mistero che circondava fino a qualche anno 
                  fa gruppi e musicisti. Lello Brandi era uno di questi: la personalità 
                  più dimessa degli Osanna, schiacciata dal carisma di 
                  un Elio D'Anna, dalla verve di frontman di un Lino Vairetti, 
                  dall'estro di un Danilo Rustici. Eppure Lello è stato 
                  un bassista solido, efficace, alla stregua di grandi delle 4 
                  corde come Giorgio Piazza per la PFM, Giorgio D'Adamo per i 
                  New Trolls e Renato D'Angelo per il Banco.
                  Dopo una sporadica ma significativa apparizione nel recente 
                  "Prog Family" degli Osanna, Lello Brandi ha scelto 
                  la via del completo ritorno. Lo ha fatto con un bel disco solista 
                  che non ha pretese o ambizioni, ma solo il gusto di sfidare 
                  con serenità il tempo che passa. Per questo è 
                  "Osanna blues": un disco di canzoni scritte pensando 
                  al passato ma anche ad un presente difficile (vedi il grido 
                  di "Napoli va") e complesso da interpretare per un 
                  musicista cresciuto con il mito di Paul McCartney e Jack Bruce. 
                  Eppure Lello non ha voluto scimmiottare la personalità 
                  storica degli Osanna o lanciare una competizione con gli attuali, 
                  ma si propone come songwriter a tutti gli effetti.
                  Smesso il basso in favore del canto e della chitarra, "Osanna 
                  blues" è un album lontano dal prog, e oscilla tra 
                  pop, rock, rhythm & blues, funk e jazz, come testimonia 
                  un pezzo delizioso come "Garbage". Il sound è 
                  quello tipico del Naples Power, d'altronde con ospiti del calibro 
                  di Agostino Marangolo, Gianni Guarracino, Ernesto Vitolo e Franco 
                  Giacoia, con missaggio di Gigi De Rienzo e i testi scritti con 
                  Sergio Williams, non poteva essere altrimenti. E' un disco suonato 
                  con classe - vedi pezzi trascinanti ma garbati come "Senza 
                  'na lira", "Daddy" (Lino Vairetti e Sophya Baccini 
                  ai cori) e "Isla negra", quasi alla Santana. Omaggio 
                  immancabile agli Osanna nel medley con "There will be time", 
                  debitamente aggiornata in chiave pop-soul, e nella tiratissima 
                  title-track. Un ritorno semplice, onesto, e per questo gradito.